domenica 19 giugno 2016

Packet sender



Oggi sono impazzito non poco.
Ho delle bilance che emettono un pacchetto di dati sulla porta UDP 3500. Una nuova ditta ci ha scritto un driver che recupera il pacchetto di dati e lo piazza, debitamente esploso, in un database.

Solo che nei primi test il pacchetto di dati non arrivata manco per errore... Wireshark mi pareva troppino per un lavoro simile, ma questi geniacci mi hanno fatto conoscere PacketSender.

E' di per se una scemata, ovvero un software che manda o riceve pacchetti udp (o tcp, se è per questo) su una porta a scelta. Ma se si scava un pelino più a fondo si scoprono cose interessanti, tipo il send multiplo, la linea di comando, il calcolatore di subnet, i pacchetti raw o ascii , le macro, insomma, mi si è aperto un mondo!

Vi consiglio caldamente di provarlo, è a costo zero e gira sotto win, mac e linux.

sabato 18 giugno 2016

TimeTrex

Ieri ho iniziato a giocare con TimeTrex , devo dire che mi ha stupito non poco.
Stavo cercando una soluzione per la gestione del personale a livello di orarii, la nostra responsabile dei negozi ha circa 70 dipendenti su 9 locazioni, divisi per incarichi.
Dover far combaciare gli orarii di tutti, ferie, permessi, contratti part time e full time deve essere un incubo. Siccome non pensavo esistessero software similari, mi sono addentrato nella ricerca, alla fine TimeTrex mi pareva il più completo, essendo poi open source mi attirava particolarmente.
A parte il fatto che lo sto testando, al momento ne sono più che soddisfatto, lunedì lo presenterò e vedremo il feedback, la cosa più figa (per chi, come me, fa una valangata di straordinario) è il fatto che gestisce la banca ore!
Devo solo scoprire come inserire un monte ferie e che scali le giornate di ferie da quel monte e non dalla banca ore, poi sono a posto! Vedremo come andrà a finire.
Tornando a noi, è tempo di...

sabato 21 maggio 2016

Privacy, tu come la definiresti?

Molto semplicemente, mi stavo chiedendo come le persone definiscono il concetto di privacy.
Tutti ne parlano, ma non si riesce bene a capire cosa possa essere questo concetto tanto fumoso quanto concreto chiamato privacy.

mercoledì 16 marzo 2016

L'abbassamento delle barriere provoca danni

Ultimamente, complice il fatto di avere molti amici in età adatta per diventare genitori, sto vedendo sempre più foto di figli su Facebook.
Confrontandomi con amici e conoscenti che fanno più o meno il mio mestiere, mi sono reso conto che non sono l'unico a dire che le foto dei bimbi on line sono sbagliate. Alcuni le ritengono sbagliate perchè non pare bello mettere on line (e lasciarcelo) le foto del faccino sbrodolato a 1 anno quando oramai tuo figlio è adolescente, alcuni non le trovano giuste perchè non vogliono dare uno strumento ai pedofili. Io faccio pare di questa seconda scuola di pensiero, spesso lo facevo presente ai neo genitori ma venivo guardato con l'aria di "ma che cazzo vuole questo". Quando poi mi è stato detto in faccia molto chiaramente che il figlio è il loro e fanno quel cazzo che vogliono loro, allora ho smesso.
Ma non ho smesso di pensare. Affatto.
Poi leggi in giro che entro 48 ore dalla pubblicazione delle foto dei figli on line i files sono già in trade sui siti pedopornografici. Sicuramente sono io che la penso in maniera strana, sicuramente sono un cagacazzi, ma ... guarda guarda che quello che io penso possa succedere succede davvero. Ed ora che le foto di tuo figlio sono in trade nei siti pedopornografici di mezzo mondo cosa ne pensi? Ti girano le palle? Bene, spero che tu abbia imparato la lezione. Sia che le foto di tuo figlio sono un grosso no, sia che chi lavora nell'informatica spesso ti da buoni consigli. Non sempre, beninteso, ma spesso...
Ed ora, credi ancora che le impostazioni della privacy di Facebook ti proteggano abbastanza? Sei in grado di settare tutti i filtri necessari?
Inizia a farti venire un po di paranoia, che male non ti fa.

Ma questo problema nasce dalla sottostima dei problemi effettivi, stima che puoi fare solo se conosci il media con il quale ti vai a rapportare. Se la tua cultura non ti ha fornito strumenti necessari a capire, forse è meglio che alcune tecnologie non le usi. Il problema di fondo, a mio avviso, è che per avere accesso alla tecnologia, 20 anni fa, serviva uno strumento del costo di un paio di stipendi medi. Adesso per avere accesso ad una tecnologia che ti permette di esternare i tuoi pensieri e le tue foto bastano 150 euro. Un cellulare con accesso a internet e l'app di Facebook e sei pronto. Nel bene e nel male.
Certo, dare accesso ad internet a chi non ha grandi capacità economiche è una cosa lodevole, nulla da dire. Ma prima di dare accesso ad una tecnologia sarebbe meglio prima spiegare alle persone i pro ed i contro, poi dar loro accesso alla tecnologia. Sia chiaro, non che io sia contrario, anzi, il problema di fondo è pari a quello di dare la capacità di acquisto di una vettura a tutti, poi lamentarsi dell'accresciuto numero di incidenti stradali. Si che per la macchina ci vuole la patente, ma prevedere una cosa similare per un telefono è decisamente troppo. Il problema va affrontato alla radice, ovvero dalla formazione che tutti abbiamo avuto, ovvero la scuola. Purtroppo lo stato della nostra scuola pubblica è penoso, nonostante il corpo docente sia adesso dotato di tablet. Anche le scuole private non è che siano messe meglio, per carità.
Quello che sto temendo davvero tanto è il futuro. Se tu, genitore, oggi non sei in grado di garantire la sicurezza dei tuoi figli on line perchè pubblichi le loro foto, come pensi di essere in grado di formare i tuoi figli se neppure tu ne sai nulla? Si sta formando la nuova generazione di analfabeti funzionali informatici. Con questa definizione io intendo gente che sa usare la tecnologia, ma non sa effettivamente cosa sta facendo. Sinceramente, questa cosa mi fa paura.
Paura per il futuro, per le persone con le quali ci troveremo ad interagire che saranno funzionali on line ma senza avere un minimo di conoscenza di quello che stanno facendo.
Paura per mio figlio, che si troverà ad avere a che fare con colleghi di lavoro che oltre il loro naso non vanno e che si sentono padroni del mezzo. Queste sono le persone peggiori per me, tutti gli incidenti avvengono perchè le persone si sentono padrone del mezzo ed in realtà non lo sono affatto.

Bel futuro, eh?
Foto su siti pedoporno, gente che non sa cosa sta facendo ma è comunque on line, futuri adulti per i quali internet è Youtube o Google e basta...
Na merda...

giovedì 3 marzo 2016

Biodati

Mi stavo chiedendo cosa si fa dei dati personali, ma quelli davvero personali. Non mi interessa tanto il discorso su quali siti si va o di cosa si lascia come informazione ai cookies di Amazon o di Facebook, ma dei dati medici che sono sparsi in N strutture sanitarie e dei dati delle varie app relative alla corsa tipo Runtastic a similari.
Sono molto preoccupato di sapere dove vanno i dati delle mie analisi del sangue, delle mie radiografie, della mia spirometria e via dicendo. Ce la vedete tanto assurda per il futuro che qualcuno si venda i dati (magari anche anonimizzati, ma solo se vogliamo essere buoni) relativi al numero di persone con il colesterolo alto nella città X a chi vuole promuovere un nuovo farmaco anti colesterolo?  Ce la vedete tanto fuori dal mondo come ipotesi quella di vedere delle pubblicità mirate di alimenti contenenti poco ferro se in bacino di utenza ospedaliera si dovesse riscontrare una carenza di tale elemento?
Sono ipotesi che magari così di primo acchito non potrebbero neppure essere tanto "gravi", anzi, un suggerimento a migliorare la propria salute è solo che benvenuto,direi. Ma direi anche che se una ditta produce qualcosa che mi potrebbe fare bene ed ha i soldi per comprare i dati e fare pubblicità non è detto che sia la ditta che produce il miglior "qualcosa" che mi potrebbe fare bene. Vuol solo dire che o ha più soldi o che ha personale marketing più skilled. Mi terrorizza però pensare ad un leak di dati non anonimizzati, che combinato con altri miei dati on line traccia un quadro più che chiaro di cosa sto facendo al mio corpo. Mi spaventa molto sapere che i dati della mia carta fedeltà del supermercato possano essere relazionati con le mie cartelle cliniche e con il le app di fitness tracking del mio cellulare.
Si ottiene così la mia fotografia come alimentazione, effetti sul mio fisico e cura che mi prendo del mio corpo, mi pare chiaro. Facciamo uno step successivo, e se il malloppo dei dati venisse passato alla mia compagnia assicuratrice con la quale ho sottoscritto una polizza vita? Se ho un volume elevato di acquisto di carne e di latticini molto probabilmente avrò un tasso di colesterolo elevato,se mi alleno poco o se sono scostante sarei un pessimo investimento per un'assicurazione vita o un'assicurazione sanitaria...
E se i miei acquisti di spazzolini e dentifrici fossero sotto la media, sarei anche un misero investimento per una polizza che copre anche le spese odontoiatriche, specie se poi posso relazionare ciò con delle radiografie panoramiche...

Solo pensieri, beninteso, ma citando Mayhem #iosonopreoccupato.

sabato 28 marzo 2015

Excel e l'esportazione in csv

Prologo : abbiamo un programma che importa nel nostro gestionale dei files csv e li usa per popolare delle tabelle. Questo files vengono compilati in XLS dagli end user, poi il responsabile li controlla, li salva in CSV e li importa. Se non che il responsabile andava in ferie, e la persona che ha preso questo compito mi ha segnalato un problema quantomeno strano.

Il responsabile usava LibreOffice 4.qualcosa per salvare in CSV, mentre il sostituto ha Excel.
Analizzando i due files CSV (uno generato dal responsabile, uno dal sostituto) ho capito che il problema era, guardacaso, Excel.

Se infatti si seleziona "salva come CSV", Excel non usa la virgola come standar, ma il divisore di testo che trova impostato nel sistema.
Per risolvere questo problema si fa così, per tutte le versioni di windows dopo XP ed Office 2010:
-- Pannello di controllo
--- Paese e Lingua oppure Regional Settings
---- Impostazioni aggiuntive oppure Advanced
----- Mettere come "Separatore di elenco" la virgola.
Click su ok fino a chiudere tutto ed il problema è risolto.
Ora mi chiedo,se CSV sta per comma-separated values ovvero valori separati da virgola, perché diavolo ci metti il punto e virgola?
Capisco che non viene prevista una codifica di default,ma perché LibreOffice ci mette la virgola mentre Excel di appoggia sulle impostazioni del sistema operativo?
Ok, ho capito, sono troppo stupido per pormi tali quesiti!
:-)

martedì 1 luglio 2014

L'internet delle cose, ma a chi cazzo serve davvero?

Oramai sono due anni che me la sento menare in ogni dove che la Next Big Thing sarà l'Internet delle cose, detta dagli addetti ai lavori IOT (Internet of Things).
Non ne sai nulla? Bene, wikipedizzati al volo, poi torna qui.
Stiamo parlando, a sentire gli esperti di qualcosa come 50 miliardi di dispositivi nei prossimi 10 anni o giù di li...
Assurdo? Forse, ma non secondo Patrick Tucker che ha scritto un interessante libro sull'argomento, reperibile su Amazon. Mettiamo anche che il tutto è corroborato dalla ricerca di PewResearch Internet Project dove hanno intervistato 1600 esperti a vario titolo sull'argomento ed il tutto già appare meno una minchiata fotonica.

Cerca nel blog

I post più letti di sempre