Libere riflessioni e divagazioni personali su "Siete pazzi a mangiarlo" di Cristophe Brusset.
Nota : in questo post "ospito" una cara amica, amante della lettura, che a volte mi regala la sua visione critica-ironica su quanto legge.
Ok lo ammetto. Io questo libro non volevo leggerlo. Io, che mi sparavo mattonazzi infiniti, che sono sopravvissuta a letture pesantissime, mi sono rammollita.
Ebbene si.
Datemi libri leggeri, frizzanti, brillanti. Scritti bene e scorrevoli, che mi facciano passare ore liete. Tutto perché il piccoletto non dormiva, da piccoletto vero; e io avevo sonno, sempre tanto tanto sonno e gli occhi mi si chiudevano dopo poche righe.
Ma che cavolo, ora il piccoletto dorme, le ferie (che necessitano di letture "da ombrellone" o quasi) sono finite, quindi che lettura sia, affrontiamo questo manager dell'industria alimentare che svela le peggio cose su ciò che arriva sulle nostre tavole...
Che poi, il libro non sarà scritto benissimo ma scorre veloce, ci sono anche tentativi di ironia. E sì, un po' (un po' tanto) si rabbrividisce, a leggere la spazzatura che finisce nei cibi che troviamo nei supermercati, nei negozi. Sembra impossibile leggere di pesticidi, preparati chimici da fare invidia a sceneggiature di film horrorfantascientifici, manager senza scrupoli che farebbero mangiare rifiuti di fogna ai loro familiari pur di trarne profitto.
Pertanto, a fine libro aspetti il botto. Perché sei schifato, arrabbiato parecchio. Aspetti che l'autore ti faccia il nome di tutti, tutti quei cattivoni lì. Che ti dica: dai, facciamo un falò, buttiamo due bombe, prepariamo una rivoluzione pacifica, pensiamo a qualcosa, muoviamoci insomma.
E invece no. NO, capite? chiude il libro con il "decalogo per la sopravvivenza al supermercato". Forse ho letto male. Ah già, i consigli sono dieci ma non si erge a Dio in terra, l'epilogo lo intitola "piccola guida di sopravvivenza al supermercato". Proprio così, una roba da giovani marmotte. E scopro che le 10 regole d'oro le seguo di mio, istintivamente, da anni. Esempio: controllare confezioni e date di scadenza. Evitare polveri, puree, robe già pronte. Controllare le origini. Ah beh.
E poi, la perla, il diamante del decalogo: CONSIGLIO NUMERO 3: PRIVILEGIATE LE GRANDI MARCHE. Ebbene sì, siori e siore. La morale è questa: comunque la vedi, mangi sempre merda. Ma che sia merda "grandi marche", che forse, chissà, puzza meno delle altre. Del resto, alla merda d'artista, che laggggente fa valere più dell'altra, la merda dei poveracci, ci aveva già pensato Piero Manzoni.
E buon appetito a tutti.
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